Archivio mensile: marzo 2017
“Acqua fonte di vita. Un bene sacro in pericolo”
Il Presidente di Ekoclub Brindisi, Clemente Carlucci, presenzierà all’incontro, organizzato da Serra Club, il prossimo venerdi 31 marzo. La cittadinanza è invitata a partecipare. (altro…)
Correva l’anno 1977
Questioni energetiche, bolle informative e paraocchi (2)
Di Costantino De Contrariis – Roma 27 marzo 2017 –
Errore 2: smettere di usare i combustibili fossili è una necessità pressante ed impellente Quando si parla di “farla finita” (altro…)
Ariccia, il programma delle iniziative 2017
A seguire il programma delle iniziative, organizzate dalla sezione di Ariccia di Ekoclub International, volte a una migliore conoscenza dell’ambiente e, tra queste, alcune per il recupero e la valorizzazione dell’ambiente.
PROGRAMMA ANNO 2017 (altro…)
Questioni energetiche, bolle informative e paraocchi
Di Costantino De Contrariis Roma 18 marzo 2017 – Tutti (o quasi) sono d’accordo che dobbiamo smettere di usare combustibili fossili al più presto, ma quando si arriva al “come” iniziano i litigi. Ecco due errori che minano (altro…)
Castelnovo Bariano. Il 26 marzo pulizia del territorio
Domenica 26 marzo verrà realizzata la tradizionale edizione della pulizia arginale e del territorio locale a cura dell’associazione Ekoclub International. (altro…)
Siccità al nord e rischio per le colture e la fauna.
Il grande fiume langue già a metà marzo e le previsioni non lasciano intravedere speranze per una prossima campagna agraria ricca del prezioso elemento indispensabile a ogni forma di vita animale e vegetale. Cantarelli: “Non dobbiamo farci trovare impreparati alla grande siccità prevista entro il 2040” (altro…)
Caldo record in Antartide
Dal Polo Sud un’ ulteriore conferma del riscaldamento globale. +17,5°C e una forte riduzione dei ghiacciai registrata soprattutto negli ultimi 12 anni potrebbero essere sintomi di un inasprimento del riscaldamento globale.
Roma 14 Marzo 2017 – – Il Comitato Mondiale di Meteorologia (WMO) ha recentemente annunciato i nuovi record registrati dalle temperature nella regione antartica, nell’ambito dei continui sforzi per ampliare il database delle condizioni estreme che si manifestano nel globo terrestre. Va sottolineato che il record diffuso dal WMO, lo scorso 1 marzo, risale al 24 marzo 2015 quando alla base antartica permanente di Esperanza, gestita dall’Ejército Argentino venne registrato un +17,5°C.
Per intercettare un dato ancor più elevato occorre risalire al 30 gennaio 1982 sull’isola di Signy (Isole Orcadi Meridionali), che però rientra in quella che i geografi identificano “Regione Antartica” (quindi non “Continente antartico) poiché si trova oltre il 60esimo parallelo, dove nell’occasione il termometro si fermò a 19,8°C. Per la cronaca, la temperatura più bassa registrata da misurazioni a terra per la regione antartica e per il mondo intero, è stata -89,2 ° C (-128,6 ° F) rilevata alla stazione di Vostok il 21 luglio 1983. Insomma, in barba alle rigide temperature del recente gennaio in Europa, sembrerebbe proprio che il riscaldamento globale sia effettivamente in atto, almeno a osservare le metamorfosi climatiche che nel polo sud si stanno manifestando, in termini di temperature ma anche e soprattutto per estensione e consistenza dei ghiacci.
Esteso per 14 milioni di km2 (circa il doppio delle dimensioni di Australia), l’Antartide è freddo, ventoso e secco. La temperatura media annuale varia da circa -10 ° C sulla costa antartica a -60 ° C nel più profondo interno. Il suo immenso strato di ghiaccio è spesso fino a 4,8 km contiene il 90% di acqua dolce del mondo, sufficiente per alzare il livello del mare di circa 60 metri dovesse sciogliersi completamente. La Penisola Antartica (la punta nord-ovest vicino al Sud America) è tra le regioni del pianeta che registra il riscaldamento più veloce del pianeta, quasi 3 ° C nel corso degli ultimi 50 anni. All’incirca l’87% dei ghiacciai della costa occidentale della penisola Antartica si sono ritirati negli ultimi 50 anni ma con un’accelerazione molto più rapida registrata negli ultimi 12 anni.
Le indagini svolte dal WMO hanno l’obiettivo, non solo di tenere sotto osservazione una zona particolarmente sensibile, ma anche per migliorare la qualità delle osservazioni stesse e selezione le attrezzature più adeguate.
“La necessità di monitorare costantemente tutta la peraltro vasta zona antartica non ha un’importanza solo di scala regionale ma dispiega i suoi effetti scientifici su tutto il Globo e, per quel che non sfugge agli incalliti antropocentrici di Ekoclub International, anche alle future generazioni della specie umana quantunque ad oggi gli effetti non possano ancora dirsi catastrofici”, ha ricordato il Presidente Fabio Massimo Cantarelli prendendo le mosse dal commento di Randall Ceveny, relatore sul Clima e Meteo estremi del WMO, che ha raccomandato che vengano registrati i migliori dati possibili per effettuare la più precisa analisi possibile dei cambiamenti climatici sia su scala regionale che globale”.
Ambiente: in scadenza l’ultimo avvertimento UE all’Italia
A rischio una sanzione di oltre 1 miliardo di euro. Ministro Galletti: “sono stati fatti notevoli passi in avanti per mettere in condizione le Regioni, che sono responsabili degli interventi, di operare con la massima rapidità: (altro…)