Questioni energetiche, bolle informative e paraocchi

Di Costantino De Contrariis Roma 18 marzo 2017 –  Tutti (o quasi) sono d’accordo che dobbiamo smettere di usare combustibili fossili al più presto, ma quando si arriva al “come” iniziano i litigi. Ecco due errori che minano alla base qualsiasi ragionamento “pulito” sulla questione dell’energia “pulita”.

Errore 1: la mia tecnologia preferita avanza a passi da gigante, mentre la concorrenza è obsoleta

Fateci caso, non è forse vero che noi tutti abbiamo una forte tendenza a formare le nostre opinioni su fatti, cose e concetti in base a quanto spesso ne sentiamo parlare? Inoltre, tendiamo a notare maggiormente le cose che ci interessano già.

Chi è entusiasta di una tecnologia, tende naturalmente a seguire le notizie da quel campo molto più intensamente. Quasi ogni giorno leggerà di progressi o novità. Ed è quindi probabile che non noti sviluppi altrettanto interessanti in altri campi che possono avere impatti anche sulla competitività della propria tecnologia preferita. Perlopiù sentirà parlare delle tecnologie in competizione con la sua preferita solo in casi particolari: o quando si verifica un passo avanti così clamoroso che ne parlano tutti i media, o quando succede un incidente grave, oppure quando gli aspetti negativi della concorrenza sono trattati in maniera derisoria nella bolla informativa che l’appassionato maggiormente frequenta. E questa situazione è aggravata dal fatto che i mezzi di comunicazione di massa seguono ovviamente con maggiore assiduità gli sviluppi delle cosiddette nuove tecnologie (e.g. quelle legate alle fonti energetiche rinnovabili). In questo modo, mentre si guarda da un’altra parte capita che le tecnologie consolidate (per esempio quelle cosiddette convenzionali – che non è sinonimo di “obsolete”) avanzano.

Quando infatti si parla di tecnologia “matura”, c’è spesso molto spazio per un miglioramento “dietro le quinte”.

I tecno-ottimisti generalmente indicano tassi di miglioramento (e.g. diminuzioni annuali di costo) come prova che alla fine, al convergere delle curve di costo della tecnologia nuova e vecchia, il nuovo (che si presume ovviamente di qualità superiore) soppianterà totalmente e rapidamente il vecchio. Anche se questa linea di pensiero non è del tutto fallace, non ne consegue che i cambiamenti tecnologici sono rapidi o semplici come i tecno-ottimisti (un po’ fanatici) sono portati a dedurre.

Per prima cosa, non è ineluttabile che una diminuzione dei costi continui in futuro come indicato da una tendenza attuale: tutte le tecnologie rischiano infatti di raggiungere un livello tale per cui ulteriori miglioramenti diventano sempre più costosi. Inoltre, le stime dei costi possono essere incomplete o dipingere un quadro parziale della situazione.

Per esempio, quando si parla di transizioni energetiche, il semplice costo per megawattora prodotto costituisce solo una piccola parte del bagaglio di informazioni necessario per una visione non alterata delle questioni in gioco. La sicurezza degli approvvigionamenti, l’equilibrio tra domanda ed offerta, l’influenza degli stakeholder su costi ed investimenti possono presentare sfide che in certi fan club generalmente si preferisce ignorare. Inoltre, le tecnologie del settore energetico non sono indipendenti le une dalle altre, né esistono separatamente come se fossero chiuse in compartimenti stagni.

Se una tecnologia diventa più economica, è probabile che tale sviluppo abbia impatti positivi anche sulle altre tecnologie. La tecnologia che permette di immagazzinare energia è un esempio particolare. Una volta divenuta a basso costo e scalabile, potrebbe riservare amare sorprese a chi dà per scontato che questa “vittoria” suonerà la campana a morte di tutte le fonti energetiche non rinnovabili. Idem per una eventuale caduta della domanda di petrolio conseguente alla diffusione delle auto elettriche.

Per la legge della domanda e dell’offerta tale risultato comporterebbe una diminuzione del prezzo del petrolio. Pertanto molto probabilmente aumenterebbe l’impiego del petrolio per scopi prima solo marginalmente redditizi, e di conseguenza l’uso totale dei combustibili fossili non precipiterebbe nel dimenticatoio della storia tanto velocemente quanto si immagina ora. Continua…

(Ekoclub International – sezione Energia)

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